Curiosità tecniche

L'importanza dello sport da coniugare con lo studio e con il lavoro: anche per trovare lavoro e' diventato importante aver un buon curriculum sportivo...!
leggi vari articoli tra cui questo: pubblicato a tutta pagina su "La Repubblica" 12 luglio 2014 - di cui qui si riporta una piccola parte per mancanza di spazio..


L'OLIMPIADE DELL'INNOVAZIONE

Nel 1968 alle olimpiadi di Citta' del Messico accaddero alcuni fatti straordinari per l'atletica leggera e lo sport in generale che rivoluzionarono questo sport e non solo questo:

1) LA PISTA DI ATLETICA LEGGERA per la prima volta non e' piu' in terra battuta: iniziano su larga scala le gare sul nuovo materiale elastico conosciuto come TARTAN.
2) PER LA PRIMA VOLTA IL CRONOMETRAGGIO ELETTRICO diventa ufficiale in un'importante manifestazione sportiva e in particolare nelle gare veloci.
3) DICK FOSBURY rivoluziona il modo di saltare in alto - quest'atleta si presenta alle Olimpiadi e vince la gara di salto in alto (m.2,24) con un nuovo stile che oggi tutti praticano - ma allora nessuno lo conosceva e lo utilizzava.
4) Favoriti anche dall'atlitudine di oltre 2000 metri i velocisti fanno faville rompendo tutti i "muri"
m.100 - JIM HINES sotto i 10"00 elettrici (9"95) - record del mondo
m.200 - TOMMY SMITH sotto i 20"00 (19"86) - record del mondo
m.400 - LEE EVANS sotto i 44"00 (43"86) - record del mondo
5) il sensazionale salto in lungo di BOB BEAMON - m.8,90 ancora oggi una misura stratosferica - il record del mondo fu migliorato di oltre mezzo metro in una volta sola...mai successo prima - mai piu' accaduto - molto probabilmente non accadra' mai piu'.
6) LA TV in diretta a livello globale in un'Olimpiade




Siamo lieti di comunicare a tutti che i nostri bravissimi allenatori Ahmed Oueslati e Roberto Maccarrone (quest'ultimo tra l'altro gia' laureato in scienza motorie e impegnato al quinto anno di specializzazione a Gemona) il 12 gennaio 2013 hanno conseguito il diploma di struttore FIdal superando l'esame di abilitazione dopo un corso durato nelle sue fasi quasi un anno. Complimenti vivissimi da tutto lo staff della Polisportiva Triveneto Ts.







Ampiezza e frequenza di corsa - MONDIALI DI ATLETICA - BERLINO 15 AGOSTO 2009 - QUALIFICAZIONI M.100.

Rileviamo un' interessante spunto tecnico da noi rilevato osservando dal video i m.100 sulla corsa dell'americano TYSON GAY raffrontata con quella dell'azzurro FABIO CERUTTI nell'11a batteria dei mondiali e nella quarta batteria dei quarti di finale.
Rivedendo i filmati dalla televisione al rallentatore si osserva come Tyson Gay corre con 44 appoggi (passi) con la stessa identica frequenza di Cerutti che però giunge al traguardo con 45 appoggi. Entrambi mantengono la stessa velocità e frequenza fino a 60 metri (con la stessa fase di corsa correndo praticamente in sincronia perfetta... guardare per credere per chi ne ha possibilità) e chiudendo rispettivamente in 10"16 e 10"36.
Nei quarti di finale entambi gli atleti corrono per sorteggio nuovamente assieme, però Tyson Gay chiude in 9"98 aumentando SOLTANTO LA FREQUENZA E MANTENENDO LA STESSA AMPIEZZA (e cioè lo stesso numero di appoggi (44), mentre l'azzurro Cerutti con 45 appoggi non riesca ad aumentare la frequenza sul finale chiudendo pertanto quasi con lo stesso tempo ottenuto precedentemente (10"37).
Questo significa a ns. modesto parere che l'americano Gay nella fase dei quarti di finale ha spinto di più che nella gara precedente (mentre probabilmente l'italiano era quasi ai suoi limiti attuali) e la differenza della prestazione non va ad incidere sull'ampiezza del passo ma soprattutto sulla frequenza.
Inoltre mentre nella prima fase di corsa la differenza è quasi impercettibile, nella seconda parte di gara l'atleta più forte (in questo caso l'americano) tende a mantenere la stessa ampiezza ma va ad aumentare la frequenza, il che lo porta alla prestazione di maggior qualità.

Alessandro Coppola

RETTIFICHIAMO L'ARTICOLO SOTTO CON FOTO: I RECORD PIU' IMPRESSIONANTE DELLA STORIA DELL'ATLETICA USAIN BOLT LI HA COMPIUTI L'ANNO DOPO (2009) AI MONDIALI DI BERLINO CON QUEL STRATOSFERICO 9"58 SUI M.100 E L'ALTRETTANTO PAZZESCO 19"19 SUI 200, RISPETTO AI PUR NOTEVOLISSIMI 9"69 DEL 2008 E IL 19"30 OTTENUTI ALLE OLIMPIADI DI PECHINO.
(FORSE QUESTO ATLETA CI STA ABITUANDO TROPPO BENE NOI COMUNI MORTALI, PER CUI NON SAPPIAMO PIU' IL LIMITE DI COSA CI FA PIU' IMPRESSIONE O NO..)


Pechino 2008 - OLIMPIADI - Il record del mondo più impressionante della storia dell'atletica

M.100 il Giamaicano USAIN BOLT 9"69 vento nullo, in decontrazione evidente al traguardo vince la finale olimpica di altissimo livello con la facilità di un qualsiasi campionato regionale, cancellando gli avversari!


UOMINI JET

Interessante articolo tecnico tratto da La Repubblica del 03 giugno 2008 in occasione del record del mondo dei m.100 di 9"72 del giamaicano USAIN BOLT.
Il record è stato ottenuto a New York il 31 maggio 2008 subito dopo un temporale.
Interessante l'analisi tecnica di un esperto come Locatelli. Osiamo aggiungere solo un'altra piccola cosa: Il record è stato ottenuto subito dopo un temporale abbattutosi nella zona della pista: La cosa non è la prima volta che accade: L'area più fresca e secca dopo un temporale favorisce le prestazioni cronometriche come l'esperienza insegna: nella foto piccola (v. all'interno) si nota la pista ancora bagnata............
[ leggi tutto l'articolo ]

IL CRONOMETRAGGIO NELLE GARE DI CORSA
caratteristiche, differenze, tipologie.

Nelle gare di corsa il tempo ha per gli atleti un'importanza a volte quasi maggiore della posizione di arrivo in una gara, quasi a voler significare qual'è il significato che riveste per l'atleta la sfida con se stessi prima ancora che con l'avversario.
Il cronometraggio ufficiale nelle gare di alto livello è quello elettrico o elettronico: il grilletto della pistola dello starter è collegata direttamente al display che rileva il tempo, mentre all'arrivo c'è un apparecchio chiamato fotofinish che blocca il conteggio cronometrico per ogni atleta non appena questo passa attraverso l'arrivo per il tramite di fotocellule particolari che fotografano l'arrivo.
Il più classico dei cronometraggi è quello cosidetto "manuale" e cioè: partenza con la pistola, cronometrista posto sul traguardo che fa partire il cronometro alla vista della fiamma della pistola dello starter che si trova posto nei pressi della partenza e che lo blocca quando il singolo atleta giunge con il petto in linea con il traguardo arrotondando per difetto il tempo risultante sul suo cronometro al decimo successivo (es. 10"72 diviene 10"8 - 10"81 =10"9)
Infine esiste una via di mezzo: il cosidetto cronometraggio semi elettrico o semi automatico: partenza come il manuale, arrivo con le fotocellule (magari con l'aiuto di una telecamera) assomiglia al manuale in quanto va sempre arrotondato al decimo successivo.
Il tempo rilevato con il cronometraggio elettrico essendo più immediato e preciso all'avvio in quanto collegato direttamente al grilletto corrisponde a 24 centesimi di meno rispetto a quello rilevato con gli altri due sistemi sia nei m.100 che nei m.200, 14 centesimi in tutte le altre gare (es. un velocista che ottiene sui 200m. 20"5 e come se avesse ottenuto 20"74 elettrico o viceversa 10"92 corrisponderebbe a circa 10"7 manuale).
In tutte le gare e per tutti i tipi di cronometraggio vale all'arrivo per la rilevazione del tempo finale solo il petto e il busto (mentre non vengono mai prese in considerazione altri parti del corpo tipo braccia,mani gambe, testa, piedi ecc.)

ESERCIZI DI DESTREZZA NELL'ATLETICA GIOVANILE

Nel periodo scolare (7-12anni) è molto utile introdurre nella preparazione dell'allievo esercizi di destrezza che gli serviranno successivamente per affrontare le varie specialità dell' atletica leggera. Per destrezza si intende la capacità del bambino di sapersi adattare, nel minor tempo possibile, alle più varie situazioni motorie alle quali l'istruttore lo sottopone. Facciamo qualche esempio:

1) andature e saltelli di tutti i tipi (anche in quadrupedia), utilizzando ostacoli, cerchi variamente disposti

2) esercizi d'equilibrio semplici e combinati (varie direzioni) su arti inferiori e superiori utilizzando anche attrezzi (appoggi, palloni, bacchette,trampolino elastico panche trave d'equilibrio

3) preacrobatica semplice: rotolamenti e capovolte (avanti e indietro), ruote, verticali, esercizi di acrobatica a coppie

4) percorsi polivalenti vari, a tempo, a staffetta che comprendono l'insieme degli elementi sopra citati (variando sempre: posizione di partenza, velocità, direzione, forza).

Buon lavoro !!!!
Prof. Alessio Romano - allenatore giovanile


L'USO DEL PIEDE NELLA CORSA E NEI SALTI

Il piede, ossia il segmento terminale dell'arto inferiore è costituito da 26 ossa disposte in tre gruppi che costituiscono il tarso, il metatarso e le falangi (dita).
Nella corsa veloce il piede non deve mai essere appoggiato completamente a terra, bisogna cioè appoggiare solo la parte anteriore del piede costituita dal metatarso e dalle dita: ossia sull’avampiede.
Questo deve avvenire specialmente nella fase lanciata, dove l'avampiede appunto deve essere utilizzato in modo da arpionare il terreno prima di toccare terra quasi come fanno i felini nella corsa quando inseguono le prede. Anche per questo molti tecnici qualificati sostengono che guardare gli animali correre insegna molto su quali siano i principi fondamentali da rispettare per ottenere una corsa il più efficace e redditizia possibile.
Ma la corsa sull'avampiede è anche adottata dai mezzofondisti e dai fondisti di grossa levatura che sostengono dei ritmi molto elevati anche su strada (basta vedere in TV le fasi rallentate nelle maratone...).
Altra cosa importante nell'uso del piede della corsa nella velocita’ è quello di non abbassare mai la punta a terra nella fase aerea, ma di cercare di tenerla parallela al terreno in modo da favorire il richiamo della spinta a terra dell'avampiede nell' appoggio immediatamente successivo: quest'ultima caratteristica però si ritrova solo nelle specialità di corsa veloce e di salto in lungo, mentre non risulta altrettanto scontato nella corsa di resistenza dove gli appoggi non raggiungono una frequenza e una spinta tali da giustificare quest'accorgimento: i velocisti (lunghisti ed ostacolisti) infatti cercano nella corsa di portare spesso il piede in avanti e sopra il proprio baricentro (che corrisponde al bacino) e per ottenere ciò sono spesso quasi costretti a tenere le anche sollevate il più possibile da terra, mentre i podisti (anche quelli molto forti) debbono sostenere soprattutto l'importanza del ritmo e dell'efficacia di una corsa in modo che sia meno dispendiosa possibile anche a scapito della spinta massimale ed e’ ovvio che il sollevamento delle anche comporta uno sforzo aggiuntivo.
La pianta del piede viceversa si usa nella fase di stacco (specie del lungo, del salto in alto, nei balzi alternati, nel salto triplo in fase di atterraggio ecc.), ma si utilizza pure nella partenza delle gare veloci contro il blocco in quanto per partire da fermo si richiede una forte spinta a mò di catapulta contro e sopra di esso (in quanto il piede supera in lunghezza quella del blocco tradizionale) e nella corsa lenta o dei fondisti "normali" che non riuscendo a raggiungere ritmi elevati comunque devono cercare di correre puntando gli appoggi maggiormente sulla parte anteriore del piede e comunque mai puntando il tallone a terra come si vede purtroppo in certi atleti improvvisati quasi si trattasse di marcia e non di corsa.
Nelle gare di ostacoli viene utilizzato solo l’avampiede anche in fase di ripartenza subito dopo il passaggio dell’ostacolo con il piede già predisposto prima dell’atterraggio a compiere il movimento di spinta e si utilizza solo l'avampiede nella corsa in quanto il passaggio e quindi la spinta dev'essere rapida ed efficace. La reattività del piede proprio in queste specialità assume un valore particolarmente importante.

(rinviamo all'articolo " il dolore della pianta del piede " sul link SPORT e MEDICINA)
Alessandro Coppola - allenatore

TABELLA PER LA DETERMINAZIONE DELLA PERCENTUALE DEI MASSIMALI NEGLI ESERCIZI CON I BILANCERI
(SQUAT - 1/2 SQUAT - PANCA - ecc.)


Tabella di S. Beraldo (1983) pubblicata anche su atletica studi del 2006 n.3-4 pag.21 e nel sito: www.sportraining.net
Questa tabella è molto interessante per determinare la percentuale di carico riferita al proprio massimale conoscendo il massimo delle ripetute lenti che si riescono a fare con carichi inferiori o viceversa:
ad es. chi solleva con il massimo sforzo 5 volte il bilancere con 50 kg di peso significa che ha un massimale in quel momento pari a circa 60 kg e che 50 kg rappresenta per lui l'85% del suo massimale.

Metodo per determinare la percentuale di carico riferita al massimale e per conoscere il massimale utilizzando carichi inferiori (S. Beraldo 1983)
Massimali
(kg)
PERCENTUALE CORRISPONDENTE IN KG.
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
75%
80&
85%
90%
95%
100%
5
2
2,25
2,5
2,75
3
3,25
3,5
3,75
4
4,25
4,50
4,75
5
10
4
4,5
5
5,5
6
6,5
7
7,5
8
8,5
9
9,5
10
15
6
6,75
7,5
8,25
9
9,75
10,5
11,25
12
12,75
13,5
14,25
15
20
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
25
10
11,25
12,5
13,75
15
16,25
17,5
18,75
20
21,25
22,5
23,75
25
30
12
13,5
15
16,5
18
19,5
21
22,5
24
25,5
27
28,5
30
35
14
15,75
17
19,25
21
22,75
24,5
26,25
28
29,75
31,5
33,25
35
40
16
18
20
22
24
26
28
30
32
34
36
38
40
45
18
20,25
22,5
24,75
27
29,25
31,5
33,75
36
38,25
40,5
42,75
45
50
20
22,5
25
27,5
30
32,5
35
37,5
40
42,5
45
47,5
50
55
22
25
27,5
30
32,5
35
37,5
40
45
47,5
50
52,5
55
60
24
27
30
32,5
35
40
42,5
45
47,5
50
55
57,5
60
65
26
29
32,5
35
40
42,5
45
47,5
52,5
55
57,7
62,5
65
70
28
31,5
35
37,5
42,5
45
50
52
55
60
62,5
67,5
70
75
30
34
37,5
40
45
47,5
52,5
55
60
62,5
67,5
70
75
80
32
36
40
45
47,5
52,5
55
60
65
67,5
72,5
75
80
85
34
38
42,5
47,5
50
55
60
62,5
67,5
72,5
77,5
80
85
90
36
40,5
45
50
55
57,5
62,5
67,5
72,5
77,5
80
85
90
95
38
43
47,5
52,5
57,5
62,5
67,5
70
75
80
85
90
95
100
40
45
50
55,5
60
65
70
75
80
85
90
95
100
105
42
47
52,5
57,5
62,5
67,5
72,5
77,5
85
90
95
102,5
105
110
44
50
55
60
65
72,5
77,5
82,5
87,5
92,5
100
105
110
115
46
52,5
57,5
62,5
70
75
80
85
92,5
97,5
102,5
110
115
120
48
54
60
65
72,5
77,5
85
90
95
102,5
107,5
115
120
125
50
56
62,5
70
75
80
87,5
92,5
100
105
112,5
117,5
125
130
52
58,5
65
72,5
77,5
85
90
97,5
105
110
117,5
122,5
130
135
54
61
67,5
75
80
87,5
95
100
107,5
115
122,5
127,5
135
140
56
63
70
77,5
85
90
97,5
105
112,5
120
125
132,5
140
145
58
65
72,5
80
87,5
95
102,5
107,5
115
122,5
130
137,5
145
150
60
67,5
75
82,5
90
97,5
105
112,5
120
127,5
135
142,5
150
155
62
70
77,5
85
92,5
100
107,5
115
125
132,5
140
147,5
155
160
64
72,5
80
87,5
95
105
112,5
120
127,5
135
145
152,5
160
165
66
74
82,5
90
100
107,5
115
122,5
132,5
140
147,5
157,5
165
170
68
76,5
85
92,5
102,5
110
120
127,5
135
145
152,5
162,5
170
175
70
79
87,5
95
105
112,5
122,5
130
140
147,5
157,5
167,5
175
180
72
81
90
100
107,5
117,5
125
135
145
152,5
162,5
170
180
185
74
83
92,5
102,2
110
120
130
137,5
147,5
157,5
167,5
175
185
190
76
85,5
95
105
115
122,5
132,5
142,5
152,5
162,5
170
180
190
195
78
88
97,5
107,5
117,5
127,5
137,5
145
155
165
175
185
195
200
80
90
100
110
120
130
140
150
160
170
180
190
200
205
82
92
102,5
112,5
122,5
135
142,5
155
165
175
185
195
205
210
84
94,5
105
115
125
137,5
147,5
157,5
167,5
177,5
190
200
205
215
86
97
107,5
117,5
130
140
150
160
172,5
182,5
192,5
205
215
220
88
99
110
120
132,5
142,5
155
165
175
187,5
197,5
210
220
225
90
101
112,5
125
135
145
157,5
170
180
190
202,5
215
225
230
92
103,5
115
127,5
137,5
150
160
172,5
185
195
207,5
217,5
230
235
94
106
117,5
130
140
152,5
165
175
187,5
200
212,5
222,5
235
240
96
108
120
132,5
145
155
165,5
180
192,5
205
215
227,5
240
245
98
110
122,5
135
147,5
160
172,5
185
195
207,5
220
232,5
245
250
100
112
125
137,5
150
162,5
175
187,5
200
212,5
225
237,5
250
255
102
115
127,5
140
152,5
165
177,5
190
205
217,5
230
242,5
255
260
104
117
130
142,5
155
170
182,5
195
207,5
220
235
247,5
260
265
106
119
132,5
145
160
172,5
185
200
212
225
237,5
252,5
265
270
108
121,5
135
147,5
162,5
175
190
202,5
216
230
242,5
257,5
270
oltre 30
25-21
20-17
16-15
14-12
11-10
9-8
7-6
5-4
3-2
2-1
1
Massime ripetizioni possibili a ritmo lento ( fluente e controllato )
MODALITÀ DI UTILIZZO DELLA TABELLA
- Per stabilire il peso da utilizzare riferito in percentuale al massimale, basta prendere il punto in cui si incrociano le colonne corrispondenti al massimale ed alla percentuale di carico desiderata.

- Per conoscere il peso massimale utilizzando carichi inferiori, partire dal numero di ripetizioni effettuate a “esaurimento”. Raggiunto nella colonna verticale il punto che indica il numero di kg. con cui si è effettuata la serie, spostarsi orizzontalmente a sinistra fino alla colonna dei massimali.
Nota:
- La tabella può essere utilizzata solo negli esercizi nei quali il carico non viene poggiato a terra ad ogni ripetizione e le singole ripetizioni vengono eseguite correttamente rispettando la giusta tecnica, il ritmo esecutivo ed i tempi di recupero.
- Le percentuali riportate in tabella, ad eccezione per i carichi più bassi, sono state arrotondate per difetto o per eccesso al carico più vicino di 2,5 Kg.



L'uso e il significato della FORZA nello sport: sue tipologie

La forza è una delle tre caratteristiche assieme alla resistenza e alla rapidità che intervengono nel misurare una prestazione atletica.
Qui la consideriamo come l'espressione congiunta di un gruppo o più gruppi muscolari che armonicamente contribuiscono ad un determinato gesto atletico anche ripetuto nel tempo.
Esistono tante tipologie di forza tutte correlate tra loro anche se ben distinte:

LA FORZA MASSIMALE che è la capacità che un muscolo o un gruppo muscolare può esercitare contro una resistenza in uno sforzo massimale;
LA FORZA ELASTICA che si estrinseca quando il muscolo si contrae in risposta ad un allungamento rapido;
LA FORZA RESISTENTE che si riscontra in tutti i casi in cui la durata dei gesti comporta la messa in crisi di tutti i sistemi energetici dei muscoli;
LA FORZA REATTIVA che si manifesta in tutti i casi in cui i muscoli si allungano e si accorciano in modo estremamente veloce (come avviene in risposta a sollecitazioni quale spinte veloci, rimbalzi degli arti inferiori a terra in tempi brevissimi.
LA FORZA VELOCE che è l'espressione della forza massimale non per il lavoro fatto ma tenuto conto dell' ottenimento di un gesto più veloce possibile (es. quando si vuole colpire un pallone più forte possibile).

Nella foto a dx Simone Collio il migliore centista italiano degli ultimi anni.

E' del tutto evidente che tutte queste espressioni della forza spesso intervengono in modo connesso.
Ad esempio nella prova di velocità dei 100 metri piani di corsa all'uscita dai blocchi si richiede una maggiore componente di forza esplosiva in quanto la partenza è da fermo e bisogna prima possibile raggiungere la velocità massimale; …. quindi mano a mano che la velocità aumenta, la componente predominante risulta essere sempre più quella della forza elastica (fino ai 30m.) e sempre meno quella esplosiva; …. dai 30 ai 60 metri si utilizza maggiormente la forza reattiva (dove diventa fondamentale la risposta dei piedi a terra nella ricerca di una maggiore risposta al suolo, si parla anche in questo caso di forza elastica riflessa); …dopo i 60 m. a quest'ultima si aggiunge la forza resistente rapida e cioè la resistenza alla velocità che è la capacità a sostenere le spinte muscolari in situazione di affaticamento e per il maggior tempo possibile (cioè fino all'arrivo).
Nei 400m. piani pur intervenendo le stesse componenti di forza esse tuttavia compaiono in dosi e in fasi differenti intervenendo in modo meno marcato la forza reattiva (anche se comunque risulta fondamentale essendo i 400m. una gara di velocità "controllata") e intervenendo in modo massiccio specie nel finale della corsa la componente di resistenza alla forza muscolare.
(Ma qui entriamo nel campo della resistenza lattacida e aerobica che verrà trattata in un secondo momento)

Alessandro Coppola - allenatore


AEROBICA - PROCESSI ANAEROBICI - ACIDO LATTICO
(brevi cenni)

ATTIVITA' AEROBICA - Tutti conosciamo la parola aerobica con cui si definisce una forma di ginnastica a corpo libero accompagnata dalla musica.
Tuttavia questa parola deriva da un termine tecnico che significa ATTIVITA' FISICA CHE STIMOLA LA CAPACITA' DEL SISTEMA CARDIOCASCOLARE DI DISTRIBUIRE L'OSSIGENO AI MUSCOLI IMPEGNATI NEL LAVORO.
L'OSSIGENO è indispensabile per sprigionare energia dalle riserve di grasso, glicogeno e zuccheri dall'organismo.
Quando il rifornimento di ossigeno è di per sè sufficiente a coprire le esigenze energetiche e ciò avviene negli sforzi muscolari blandi e di lunga durata (come avviene nella corsa lunga, nel ciclismo o nelle lunghe distanze a bassa intensità del nuoto ecc.) ecco che interviene il processo aerobico che comporta pertanto la riduzione delle riserve di grasso corporeo.

ATTIVITA' ANAEROBICA - Si contraddistingue da quella aerobica in quanto è più intensa di quest'ultima al punto che l'ossigeno non è più sufficiente da solo a produrre energia ma richiede una serie di reazioni biochimiche riguardanti le riserve di fosfocreatina, zuccheri e grassi del muscolo.
Gli esercizi anaerobici possono essere di breve durata in quanto vengono prodotte delle scorie acide (acido lattico) che contribuiscono sulla durata a limitare l'attività muscolare se di durata massimale e superiore ai 7"-8" secondi nella corsa veloce: in questo caso si parla di ATTIVITA' ANAEROBICA LATTACIDA con la scissione del glicogeno che libera energia utile per la risintesi dell'ATP.
In caso di sforzi massimali di brevissima durata si parla invece di ATTIVITA' ANAEROBICA ALATTACIDA processo in cui si assiste alla scissione delle molecole di fosfocreatina che liberano energia utile per la risintesi dell'ATP e dove non vi è la produzione di acido lattico nei muscoli.

Pertanto la RESISTENZA AEROBICA è la capacità di sostenere un lavoro prolungato grazie all'apporto energetico derivante dal processo respiratorio (ad esempio 20' di corsa alla velocità di 4'15" al chilometro per un discreto mezzofondista).
La RESISTENZA ANAEROBICA ALATTACIDA è la capacità di sostenere un lavoro di alta intensità con il supporto energetico derivante prevalentemente dai fosfati (ATP e CP) (lavoro del velocista sui30- 50-60m.).
La RESISTENZA ANAEROBICA LATTACIDA è la capacità di sostenere uno sforzo di alta intensità in un tempo prolungato (scissione del glicogeno) che provoca l'accumulo nei muscoli interessati dell'acido lattico (glicogeno che diventa acido piruvico e quindi acido lattico)
In linea teorica (perchè in realtà tutti i 3 processi intervengono sempre contemporaneamente sia pure come si è visto con modalità differenti) Il totale del lavoro che un'atleta riesce a fare utilizzando il solo processo lattacido di chiama CAPACITA' LATTACIDA
il massimo dell'energia prodotta è la POTENZA LATTACIDA, LA POTENZA AEROBICA è la quantità di ossigeno consumato nell'unità di tempo mentre la POTENZA ALATTACIDA è l'energia che si sprigiona negli sforzi massimali di breve durata (in tutti gli sport di potenza e nei gesti "esplosivi")

Tutti questi meccanismi devono essere allenati in modo specifico, in relazione ovviamente al tipo di sport e di specialità che si vuole allenare: ad esempio è evidente che un pesista o un velocista breve cercheranno di sviluppare i processi in dosi diverse rispetto a quelli di un maratoneta o di un ciclista.

Alessandro Coppola - allenatore



LANCIO DEL GIAVELLOTTO - tratto da Centro Studi e ricerche della F.I.D.A.L.
[ inizio pagina ]