L'importanza
dello sport da coniugare con lo studio e con il lavoro: anche per trovare
lavoro e' diventato importante aver un buon curriculum sportivo...!
leggi vari articoli tra cui questo: pubblicato a tutta pagina su "La
Repubblica" 12 luglio 2014 - di cui qui si riporta una piccola
parte per mancanza di spazio..
L'OLIMPIADE DELL'INNOVAZIONE
Nel
1968 alle olimpiadi di Citta' del Messico accaddero alcuni fatti straordinari
per l'atletica leggera e lo sport in generale che rivoluzionarono questo
sport e non solo questo:
1)
LA PISTA DI ATLETICA LEGGERA per la prima volta non e' piu' in terra
battuta: iniziano su larga scala le gare sul nuovo materiale elastico
conosciuto come TARTAN.
2) PER LA PRIMA VOLTA IL CRONOMETRAGGIO ELETTRICO diventa ufficiale
in un'importante manifestazione sportiva e in particolare nelle gare
veloci.
3) DICK FOSBURY rivoluziona il modo di saltare in alto - quest'atleta
si presenta alle Olimpiadi e vince la gara di salto in alto (m.2,24)
con un nuovo stile che oggi tutti praticano - ma allora nessuno lo conosceva
e lo utilizzava.
4) Favoriti anche dall'atlitudine di oltre 2000 metri i velocisti fanno
faville rompendo tutti i "muri"
m.100 - JIM HINES sotto i 10"00 elettrici (9"95) - record
del mondo
m.200 - TOMMY SMITH sotto i 20"00 (19"86) - record del mondo
m.400 - LEE EVANS sotto i 44"00 (43"86) - record del mondo
5)
il sensazionale salto in lungo di BOB BEAMON - m.8,90 ancora oggi una
misura stratosferica - il record del mondo fu migliorato di oltre mezzo
metro in una volta sola...mai successo prima - mai piu' accaduto - molto
probabilmente non accadra' mai piu'.
6)
LA TV in diretta a livello globale in un'Olimpiade
![](simpleviewer-triv-2013/images/maccarone.jpg)
Siamo
lieti di comunicare a tutti che i nostri bravissimi allenatori Ahmed Oueslati
e Roberto Maccarrone (quest'ultimo tra l'altro gia' laureato in scienza
motorie e impegnato al quinto anno di specializzazione a Gemona) il 12
gennaio 2013 hanno conseguito il diploma di struttore FIdal superando
l'esame di abilitazione dopo un corso durato nelle sue fasi quasi un anno.
Complimenti vivissimi da tutto lo staff della Polisportiva Triveneto Ts.
![](images/img115.jpg)
Ampiezza e frequenza di corsa
- MONDIALI DI ATLETICA - BERLINO 15 AGOSTO 2009 - QUALIFICAZIONI M.100.
Rileviamo
un' interessante spunto tecnico da noi rilevato osservando dal video i
m.100 sulla corsa dell'americano TYSON GAY raffrontata con quella dell'azzurro
FABIO CERUTTI nell'11a batteria dei mondiali e nella quarta batteria dei
quarti di finale.
Rivedendo i filmati dalla televisione al rallentatore si osserva come
Tyson Gay corre con 44 appoggi (passi) con la stessa identica frequenza
di Cerutti che però giunge al traguardo con 45 appoggi. Entrambi
mantengono la stessa velocità e frequenza fino a 60 metri (con
la stessa fase di corsa correndo praticamente in sincronia perfetta...
guardare per credere per chi ne ha possibilità) e chiudendo rispettivamente
in 10"16 e 10"36.
Nei quarti di finale entambi gli atleti corrono per sorteggio nuovamente
assieme, però Tyson Gay chiude in 9"98 aumentando SOLTANTO
LA FREQUENZA E MANTENENDO LA STESSA AMPIEZZA (e cioè lo stesso
numero di appoggi (44), mentre l'azzurro Cerutti con 45 appoggi non riesca
ad aumentare la frequenza sul finale chiudendo pertanto quasi con lo stesso
tempo ottenuto precedentemente (10"37).
Questo significa a ns. modesto parere che l'americano Gay nella fase dei
quarti di finale ha spinto di più che nella gara precedente (mentre
probabilmente l'italiano era quasi ai suoi limiti attuali) e la differenza
della prestazione non va ad incidere sull'ampiezza del passo ma soprattutto
sulla frequenza.
Inoltre mentre nella prima fase di corsa la differenza è quasi
impercettibile, nella seconda parte di gara l'atleta più forte
(in questo caso l'americano) tende a mantenere la stessa ampiezza ma va
ad aumentare la frequenza, il che lo porta alla prestazione di maggior
qualità.
Alessandro Coppola
RETTIFICHIAMO
L'ARTICOLO SOTTO CON FOTO: I RECORD PIU' IMPRESSIONANTE DELLA STORIA DELL'ATLETICA
USAIN BOLT LI HA COMPIUTI L'ANNO DOPO (2009) AI MONDIALI DI BERLINO CON
QUEL STRATOSFERICO 9"58 SUI M.100 E L'ALTRETTANTO PAZZESCO 19"19
SUI 200, RISPETTO AI PUR NOTEVOLISSIMI 9"69 DEL 2008 E IL 19"30
OTTENUTI ALLE OLIMPIADI DI PECHINO.
(FORSE QUESTO ATLETA CI STA ABITUANDO TROPPO BENE NOI COMUNI MORTALI,
PER CUI NON SAPPIAMO PIU' IL LIMITE DI COSA CI FA PIU' IMPRESSIONE O NO..)
Pechino
2008 - OLIMPIADI - Il
record del mondo più impressionante della storia dell'atletica
M.100
il Giamaicano USAIN BOLT 9"69 vento nullo, in decontrazione
evidente al traguardo vince la finale olimpica di altissimo livello con
la facilità di un qualsiasi campionato regionale, cancellando gli
avversari!
UOMINI
JET
Interessante articolo tecnico tratto da La Repubblica del 03 giugno
2008 in occasione del record del mondo dei m.100 di 9"72 del giamaicano
USAIN BOLT.
Il record è stato ottenuto a New York il 31 maggio 2008 subito
dopo un temporale.
Interessante l'analisi tecnica di un esperto come Locatelli. Osiamo aggiungere
solo un'altra piccola cosa: Il record è stato ottenuto subito dopo
un temporale abbattutosi nella zona della pista: La cosa non è
la prima volta che accade: L'area più fresca e secca dopo un temporale
favorisce le prestazioni cronometriche come l'esperienza insegna: nella
foto piccola (v. all'interno) si nota la pista ancora bagnata............
[ leggi
tutto l'articolo ]
IL CRONOMETRAGGIO NELLE GARE DI CORSA
caratteristiche, differenze, tipologie.
Nelle gare di corsa il tempo ha per gli atleti un'importanza a volte quasi
maggiore della posizione di arrivo in una gara, quasi a voler significare
qual'è il significato che riveste per l'atleta la sfida con se
stessi prima ancora che con l'avversario.
Il cronometraggio ufficiale nelle gare di alto livello è quello
elettrico o elettronico: il grilletto della pistola dello starter è
collegata direttamente al display che rileva il tempo, mentre all'arrivo
c'è un apparecchio chiamato fotofinish che blocca il conteggio
cronometrico per ogni atleta non appena questo passa attraverso l'arrivo
per il tramite di fotocellule particolari che fotografano l'arrivo.
Il più classico dei cronometraggi è quello cosidetto "manuale"
e cioè: partenza con la pistola, cronometrista posto sul traguardo
che fa partire il cronometro alla vista della fiamma della pistola dello
starter che si trova posto nei pressi della partenza e che lo blocca quando
il singolo atleta giunge con il petto in linea con il traguardo arrotondando
per difetto il tempo risultante sul suo cronometro al decimo successivo
(es. 10"72 diviene 10"8 - 10"81 =10"9)
Infine esiste una via di mezzo: il cosidetto cronometraggio semi elettrico
o semi automatico: partenza come il manuale, arrivo con le fotocellule
(magari con l'aiuto di una telecamera) assomiglia al manuale in quanto
va sempre arrotondato al decimo successivo.
Il tempo rilevato con il cronometraggio elettrico essendo più immediato
e preciso all'avvio in quanto collegato direttamente al grilletto corrisponde
a 24 centesimi di meno rispetto a quello rilevato con gli altri due sistemi
sia nei m.100 che nei m.200, 14 centesimi in tutte le altre gare (es.
un velocista che ottiene sui 200m. 20"5 e come se avesse ottenuto
20"74 elettrico o viceversa 10"92 corrisponderebbe a circa 10"7
manuale).
In tutte le gare e per tutti i tipi di cronometraggio vale all'arrivo
per la rilevazione del tempo finale solo il petto e il busto (mentre non
vengono mai prese in considerazione altri parti del corpo tipo braccia,mani
gambe, testa, piedi ecc.)
ESERCIZI
DI DESTREZZA NELL'ATLETICA GIOVANILE
Nel
periodo scolare (7-12anni) è molto utile introdurre nella preparazione
dell'allievo esercizi di destrezza che gli serviranno successivamente
per affrontare le varie specialità dell' atletica leggera. Per
destrezza si intende la capacità del bambino di sapersi adattare,
nel minor tempo possibile, alle più varie situazioni motorie alle
quali l'istruttore lo sottopone. Facciamo qualche esempio:
1)
andature e saltelli di tutti i tipi (anche in quadrupedia), utilizzando
ostacoli, cerchi variamente disposti
2)
esercizi d'equilibrio semplici e combinati (varie direzioni) su arti inferiori
e superiori utilizzando anche attrezzi (appoggi, palloni, bacchette,trampolino
elastico panche trave d'equilibrio
3)
preacrobatica semplice: rotolamenti e capovolte (avanti e indietro), ruote,
verticali, esercizi di acrobatica a coppie
4)
percorsi polivalenti vari, a tempo, a staffetta che comprendono l'insieme
degli elementi sopra citati (variando sempre: posizione di partenza, velocità,
direzione, forza).
Buon
lavoro !!!!
Prof.
Alessio Romano - allenatore giovanile
L'USO
DEL PIEDE NELLA CORSA E NEI SALTI
Il piede, ossia
il segmento terminale dell'arto inferiore è costituito da 26 ossa
disposte in tre gruppi che costituiscono il tarso, il metatarso e le falangi
(dita).
Nella corsa veloce il piede non deve mai essere appoggiato completamente
a terra, bisogna cioè appoggiare solo la parte anteriore del piede
costituita dal metatarso e dalle dita: ossia sullavampiede.
Questo deve avvenire specialmente nella fase lanciata, dove l'avampiede
appunto deve essere utilizzato in modo da arpionare il terreno prima di
toccare terra quasi come fanno i felini nella corsa quando inseguono le
prede. Anche per questo molti tecnici qualificati sostengono che guardare
gli animali correre insegna molto su quali siano i principi fondamentali
da rispettare per ottenere una corsa il più efficace e redditizia
possibile.
Ma la corsa sull'avampiede è anche adottata dai mezzofondisti e
dai fondisti di grossa levatura che sostengono dei ritmi molto elevati
anche su strada (basta vedere in TV le fasi rallentate nelle maratone...).
Altra cosa importante nell'uso del piede della corsa nella velocita
è quello di non abbassare mai la punta a terra nella fase aerea,
ma di cercare di tenerla parallela al terreno in modo da favorire il richiamo
della spinta a terra dell'avampiede nell' appoggio immediatamente successivo:
quest'ultima caratteristica però si ritrova solo nelle specialità
di corsa veloce e di salto in lungo, mentre non risulta altrettanto scontato
nella corsa di resistenza dove gli appoggi non raggiungono una frequenza
e una spinta tali da giustificare quest'accorgimento: i velocisti (lunghisti
ed ostacolisti) infatti cercano nella corsa di portare spesso il piede
in avanti e sopra il proprio baricentro (che corrisponde al bacino) e
per ottenere ciò sono spesso quasi costretti a tenere le anche
sollevate il più possibile da terra, mentre i podisti (anche quelli
molto forti) debbono sostenere soprattutto l'importanza del ritmo e dell'efficacia
di una corsa in modo che sia meno dispendiosa possibile anche a scapito
della spinta massimale ed e ovvio che il sollevamento delle anche
comporta uno sforzo aggiuntivo.
La pianta del piede viceversa si usa nella fase di stacco (specie del
lungo, del salto in alto, nei balzi alternati, nel salto triplo in fase
di atterraggio ecc.), ma si utilizza pure nella partenza delle gare veloci
contro il blocco in quanto per partire da fermo si richiede una forte
spinta a mò di catapulta contro e sopra di esso (in quanto il piede
supera in lunghezza quella del blocco tradizionale) e nella corsa lenta
o dei fondisti "normali" che non riuscendo a raggiungere ritmi
elevati comunque devono cercare di correre puntando gli appoggi maggiormente
sulla parte anteriore del piede e comunque mai puntando il tallone a terra
come si vede purtroppo in certi atleti improvvisati quasi si trattasse
di marcia e non di corsa.
Nelle gare di ostacoli viene utilizzato solo lavampiede anche in
fase di ripartenza subito dopo il passaggio dellostacolo con il
piede già predisposto prima dellatterraggio a compiere il
movimento di spinta e si utilizza solo l'avampiede nella corsa in quanto
il passaggio e quindi la spinta dev'essere rapida ed efficace. La reattività
del piede proprio in queste specialità assume un valore particolarmente
importante.
(rinviamo all'articolo " il dolore della pianta del piede "
sul link SPORT e MEDICINA)
Alessandro Coppola
- allenatore
TABELLA
PER LA DETERMINAZIONE DELLA PERCENTUALE DEI MASSIMALI NEGLI ESERCIZI CON
I BILANCERI
(SQUAT - 1/2 SQUAT - PANCA - ecc.)
Tabella di S. Beraldo (1983) pubblicata anche su atletica studi del 2006
n.3-4 pag.21 e nel sito: www.sportraining.net
Questa tabella è molto interessante per determinare la percentuale
di carico riferita al proprio massimale conoscendo il massimo delle ripetute
lenti che si riescono a fare con carichi inferiori o viceversa:
ad es. chi solleva con il massimo sforzo 5 volte il bilancere con 50 kg
di peso significa che ha un massimale in quel momento pari a circa 60
kg e che 50 kg rappresenta per lui l'85% del suo massimale.
Metodo
per determinare la percentuale di carico riferita al massimale e
per conoscere il massimale utilizzando carichi inferiori (S. Beraldo
1983) |
Massimali
(kg)
|
PERCENTUALE
CORRISPONDENTE IN KG.
|
40%
|
45%
|
50%
|
55%
|
60%
|
65%
|
70%
|
75%
|
80&
|
85%
|
90%
|
95%
|
100%
|
5
|
2
|
2,25
|
2,5
|
2,75
|
3
|
3,25
|
3,5
|
3,75
|
4
|
4,25
|
4,50
|
4,75
|
5
|
10
|
4
|
4,5
|
5
|
5,5
|
6
|
6,5
|
7
|
7,5
|
8
|
8,5
|
9
|
9,5
|
10
|
15
|
6
|
6,75
|
7,5
|
8,25
|
9
|
9,75
|
10,5
|
11,25
|
12
|
12,75
|
13,5
|
14,25
|
15
|
20
|
8
|
9
|
10
|
11
|
12
|
13
|
14
|
15
|
16
|
17
|
18
|
19
|
20
|
25
|
10
|
11,25
|
12,5
|
13,75
|
15
|
16,25
|
17,5
|
18,75
|
20
|
21,25
|
22,5
|
23,75
|
25
|
30
|
12
|
13,5
|
15
|
16,5
|
18
|
19,5
|
21
|
22,5
|
24
|
25,5
|
27
|
28,5
|
30
|
35
|
14
|
15,75
|
17
|
19,25
|
21
|
22,75
|
24,5
|
26,25
|
28
|
29,75
|
31,5
|
33,25
|
35
|
40
|
16
|
18
|
20
|
22
|
24
|
26
|
28
|
30
|
32
|
34
|
36
|
38
|
40
|
45
|
18
|
20,25
|
22,5
|
24,75
|
27
|
29,25
|
31,5
|
33,75
|
36
|
38,25
|
40,5
|
42,75
|
45
|
50
|
20
|
22,5
|
25
|
27,5
|
30
|
32,5
|
35
|
37,5
|
40
|
42,5
|
45
|
47,5
|
50
|
55
|
22
|
25
|
27,5
|
30
|
32,5
|
35
|
37,5
|
40
|
45
|
47,5
|
50
|
52,5
|
55
|
60
|
24
|
27
|
30
|
32,5
|
35
|
40
|
42,5
|
45
|
47,5
|
50
|
55
|
57,5
|
60
|
65
|
26
|
29
|
32,5
|
35
|
40
|
42,5
|
45
|
47,5
|
52,5
|
55
|
57,7
|
62,5
|
65
|
70
|
28
|
31,5
|
35
|
37,5
|
42,5
|
45
|
50
|
52
|
55
|
60
|
62,5
|
67,5
|
70
|
75
|
30
|
34
|
37,5
|
40
|
45
|
47,5
|
52,5
|
55
|
60
|
62,5
|
67,5
|
70
|
75
|
80
|
32
|
36
|
40
|
45
|
47,5
|
52,5
|
55
|
60
|
65
|
67,5
|
72,5
|
75
|
80
|
85
|
34
|
38
|
42,5
|
47,5
|
50
|
55
|
60
|
62,5
|
67,5
|
72,5
|
77,5
|
80
|
85
|
90
|
36
|
40,5
|
45
|
50
|
55
|
57,5
|
62,5
|
67,5
|
72,5
|
77,5
|
80
|
85
|
90
|
95
|
38
|
43
|
47,5
|
52,5
|
57,5
|
62,5
|
67,5
|
70
|
75
|
80
|
85
|
90
|
95
|
100
|
40
|
45
|
50
|
55,5
|
60
|
65
|
70
|
75
|
80
|
85
|
90
|
95
|
100
|
105
|
42
|
47
|
52,5
|
57,5
|
62,5
|
67,5
|
72,5
|
77,5
|
85
|
90
|
95
|
102,5
|
105
|
110
|
44
|
50
|
55
|
60
|
65
|
72,5
|
77,5
|
82,5
|
87,5
|
92,5
|
100
|
105
|
110
|
115
|
46
|
52,5
|
57,5
|
62,5
|
70
|
75
|
80
|
85
|
92,5
|
97,5
|
102,5
|
110
|
115
|
120
|
48
|
54
|
60
|
65
|
72,5
|
77,5
|
85
|
90
|
95
|
102,5
|
107,5
|
115
|
120
|
125
|
50
|
56
|
62,5
|
70
|
75
|
80
|
87,5
|
92,5
|
100
|
105
|
112,5
|
117,5
|
125
|
130
|
52
|
58,5
|
65
|
72,5
|
77,5
|
85
|
90
|
97,5
|
105
|
110
|
117,5
|
122,5
|
130
|
135
|
54
|
61
|
67,5
|
75
|
80
|
87,5
|
95
|
100
|
107,5
|
115
|
122,5
|
127,5
|
135
|
140
|
56
|
63
|
70
|
77,5
|
85
|
90
|
97,5
|
105
|
112,5
|
120
|
125
|
132,5
|
140
|
145
|
58
|
65
|
72,5
|
80
|
87,5
|
95
|
102,5
|
107,5
|
115
|
122,5
|
130
|
137,5
|
145
|
150
|
60
|
67,5
|
75
|
82,5
|
90
|
97,5
|
105
|
112,5
|
120
|
127,5
|
135
|
142,5
|
150
|
155
|
62
|
70
|
77,5
|
85
|
92,5
|
100
|
107,5
|
115
|
125
|
132,5
|
140
|
147,5
|
155
|
160
|
64
|
72,5
|
80
|
87,5
|
95
|
105
|
112,5
|
120
|
127,5
|
135
|
145
|
152,5
|
160
|
165
|
66
|
74
|
82,5
|
90
|
100
|
107,5
|
115
|
122,5
|
132,5
|
140
|
147,5
|
157,5
|
165
|
170
|
68
|
76,5
|
85
|
92,5
|
102,5
|
110
|
120
|
127,5
|
135
|
145
|
152,5
|
162,5
|
170
|
175
|
70
|
79
|
87,5
|
95
|
105
|
112,5
|
122,5
|
130
|
140
|
147,5
|
157,5
|
167,5
|
175
|
180
|
72
|
81
|
90
|
100
|
107,5
|
117,5
|
125
|
135
|
145
|
152,5
|
162,5
|
170
|
180
|
185
|
74
|
83
|
92,5
|
102,2
|
110
|
120
|
130
|
137,5
|
147,5
|
157,5
|
167,5
|
175
|
185
|
190
|
76
|
85,5
|
95
|
105
|
115
|
122,5
|
132,5
|
142,5
|
152,5
|
162,5
|
170
|
180
|
190
|
195
|
78
|
88
|
97,5
|
107,5
|
117,5
|
127,5
|
137,5
|
145
|
155
|
165
|
175
|
185
|
195
|
200
|
80
|
90
|
100
|
110
|
120
|
130
|
140
|
150
|
160
|
170
|
180
|
190
|
200
|
205
|
82
|
92
|
102,5
|
112,5
|
122,5
|
135
|
142,5
|
155
|
165
|
175
|
185
|
195
|
205
|
210
|
84
|
94,5
|
105
|
115
|
125
|
137,5
|
147,5
|
157,5
|
167,5
|
177,5
|
190
|
200
|
205
|
215
|
86
|
97
|
107,5
|
117,5
|
130
|
140
|
150
|
160
|
172,5
|
182,5
|
192,5
|
205
|
215
|
220
|
88
|
99
|
110
|
120
|
132,5
|
142,5
|
155
|
165
|
175
|
187,5
|
197,5
|
210
|
220
|
225
|
90
|
101
|
112,5
|
125
|
135
|
145
|
157,5
|
170
|
180
|
190
|
202,5
|
215
|
225
|
230
|
92
|
103,5
|
115
|
127,5
|
137,5
|
150
|
160
|
172,5
|
185
|
195
|
207,5
|
217,5
|
230
|
235
|
94
|
106
|
117,5
|
130
|
140
|
152,5
|
165
|
175
|
187,5
|
200
|
212,5
|
222,5
|
235
|
240
|
96
|
108
|
120
|
132,5
|
145
|
155
|
165,5
|
180
|
192,5
|
205
|
215
|
227,5
|
240
|
245
|
98
|
110
|
122,5
|
135
|
147,5
|
160
|
172,5
|
185
|
195
|
207,5
|
220
|
232,5
|
245
|
250
|
100
|
112
|
125
|
137,5
|
150
|
162,5
|
175
|
187,5
|
200
|
212,5
|
225
|
237,5
|
250
|
255
|
102
|
115
|
127,5
|
140
|
152,5
|
165
|
177,5
|
190
|
205
|
217,5
|
230
|
242,5
|
255
|
260
|
104
|
117
|
130
|
142,5
|
155
|
170
|
182,5
|
195
|
207,5
|
220
|
235
|
247,5
|
260
|
265
|
106
|
119
|
132,5
|
145
|
160
|
172,5
|
185
|
200
|
212
|
225
|
237,5
|
252,5
|
265
|
270
|
108
|
121,5
|
135
|
147,5
|
162,5
|
175
|
190
|
202,5
|
216
|
230
|
242,5
|
257,5
|
270
|
|
oltre
30
|
25-21
|
20-17
|
16-15
|
14-12
|
11-10
|
9-8
|
7-6
|
5-4
|
3-2
|
2-1
|
1
|
Massime
ripetizioni possibili a ritmo lento ( fluente e controllato )
|
MODALITÀ
DI UTILIZZO DELLA TABELLA
-
Per stabilire il peso da utilizzare riferito in percentuale al massimale,
basta prendere il punto in cui si incrociano le colonne corrispondenti
al massimale ed alla percentuale di carico desiderata.
- Per
conoscere il peso massimale utilizzando carichi inferiori, partire
dal numero di ripetizioni effettuate a esaurimento.
Raggiunto nella colonna verticale il punto che indica il numero
di kg. con cui si è effettuata la serie, spostarsi orizzontalmente
a sinistra fino alla colonna dei massimali.
Nota:
- La tabella
può essere utilizzata solo negli esercizi nei quali il carico
non viene poggiato a terra ad ogni ripetizione e le singole ripetizioni
vengono eseguite correttamente rispettando la giusta tecnica, il
ritmo esecutivo ed i tempi di recupero.
- Le
percentuali riportate in tabella, ad eccezione per i carichi più
bassi, sono state arrotondate per difetto o per eccesso al carico
più vicino di 2,5 Kg. |
L'uso
e il significato della FORZA nello sport: sue tipologie
La
forza è una delle tre caratteristiche assieme alla resistenza e
alla rapidità che intervengono nel misurare una prestazione atletica.
Qui la consideriamo come l'espressione congiunta di un gruppo o più
gruppi muscolari che armonicamente contribuiscono ad un determinato gesto
atletico anche ripetuto nel tempo.
Esistono tante tipologie di forza tutte correlate tra loro anche se ben
distinte:
LA FORZA MASSIMALE che è la capacità che un muscolo
o un gruppo muscolare può esercitare contro una resistenza in uno
sforzo massimale;
LA FORZA ELASTICA che si estrinseca quando il muscolo si contrae
in risposta ad un allungamento rapido;
LA FORZA RESISTENTE che si riscontra in tutti i casi in cui la
durata dei gesti comporta la messa in crisi di tutti i sistemi energetici
dei muscoli;
LA FORZA REATTIVA che si manifesta in tutti i casi in cui i muscoli
si allungano e si accorciano in modo estremamente veloce (come avviene
in risposta a sollecitazioni quale spinte veloci, rimbalzi degli arti
inferiori a terra in tempi brevissimi.
LA
FORZA VELOCE che è l'espressione della forza massimale non
per il lavoro fatto ma tenuto conto dell' ottenimento di un gesto più
veloce possibile (es. quando si vuole colpire un pallone più forte
possibile).
Nella foto a dx Simone Collio il migliore centista italiano degli ultimi
anni.
E' del tutto evidente che tutte queste espressioni della forza spesso
intervengono in modo connesso.
Ad esempio nella prova di velocità dei 100 metri piani di corsa
all'uscita dai blocchi si richiede una maggiore componente di forza esplosiva
in quanto la partenza è da fermo e bisogna prima possibile raggiungere
la velocità massimale;
. quindi mano a mano che la velocità
aumenta, la componente predominante risulta essere sempre più quella
della forza elastica (fino ai 30m.) e sempre meno quella esplosiva;
.
dai 30 ai 60 metri si utilizza maggiormente la forza reattiva (dove diventa
fondamentale la risposta dei piedi a terra nella ricerca di una maggiore
risposta al suolo, si parla anche in questo caso di forza elastica riflessa);
dopo i 60 m. a quest'ultima si aggiunge la forza resistente rapida
e cioè la resistenza alla velocità che è la capacità
a sostenere le spinte muscolari in situazione di affaticamento e per il
maggior tempo possibile (cioè fino all'arrivo).
Nei 400m. piani pur intervenendo le stesse componenti di forza esse tuttavia
compaiono in dosi e in fasi differenti intervenendo in modo meno marcato
la forza reattiva (anche se comunque risulta fondamentale essendo i 400m.
una gara di velocità "controllata") e intervenendo in
modo massiccio specie nel finale della corsa la componente di resistenza
alla forza muscolare.
(Ma qui entriamo nel campo della resistenza lattacida e aerobica che
verrà trattata in un secondo momento)
Alessandro Coppola
- allenatore
AEROBICA - PROCESSI ANAEROBICI - ACIDO LATTICO
(brevi cenni)
ATTIVITA' AEROBICA - Tutti conosciamo la parola aerobica con
cui si definisce una forma di ginnastica a corpo libero accompagnata
dalla musica.
Tuttavia questa parola deriva da un termine tecnico che significa ATTIVITA'
FISICA CHE STIMOLA LA CAPACITA' DEL SISTEMA CARDIOCASCOLARE DI DISTRIBUIRE
L'OSSIGENO AI MUSCOLI IMPEGNATI NEL LAVORO.
L'OSSIGENO è indispensabile per sprigionare energia dalle riserve
di grasso, glicogeno e zuccheri dall'organismo.
Quando il rifornimento di ossigeno è di per sè sufficiente
a coprire le esigenze energetiche e ciò avviene negli sforzi
muscolari blandi e di lunga durata (come avviene nella corsa lunga,
nel ciclismo o nelle lunghe distanze a bassa intensità del nuoto
ecc.) ecco che interviene il processo aerobico che comporta pertanto
la riduzione delle riserve di grasso corporeo.
ATTIVITA' ANAEROBICA - Si contraddistingue da quella aerobica
in quanto è più intensa di quest'ultima al punto che l'ossigeno
non è più sufficiente da solo a produrre energia ma richiede
una serie di reazioni biochimiche riguardanti le riserve di fosfocreatina,
zuccheri e grassi del muscolo.
Gli esercizi anaerobici possono essere di breve durata in quanto vengono
prodotte delle scorie acide (acido lattico) che contribuiscono sulla
durata a limitare l'attività muscolare se di durata massimale
e superiore ai 7"-8" secondi nella corsa veloce: in questo
caso si parla di ATTIVITA' ANAEROBICA LATTACIDA con la scissione del
glicogeno che libera energia utile per la risintesi dell'ATP.
In caso di sforzi massimali di brevissima durata si parla invece di
ATTIVITA' ANAEROBICA ALATTACIDA processo in cui si assiste alla scissione
delle molecole di fosfocreatina che liberano energia utile per la risintesi
dell'ATP e dove non vi è la produzione di acido lattico nei muscoli.
Pertanto la RESISTENZA AEROBICA è la capacità di
sostenere un lavoro prolungato grazie all'apporto energetico derivante
dal processo respiratorio (ad esempio 20' di corsa alla velocità
di 4'15" al chilometro per un discreto mezzofondista).
La RESISTENZA ANAEROBICA ALATTACIDA è la capacità
di sostenere un lavoro di alta intensità con il supporto energetico
derivante prevalentemente dai fosfati (ATP e CP) (lavoro del velocista
sui30- 50-60m.).
La RESISTENZA ANAEROBICA LATTACIDA è la capacità
di sostenere uno sforzo di alta intensità in un tempo prolungato
(scissione del glicogeno) che provoca l'accumulo nei muscoli interessati
dell'acido lattico (glicogeno che diventa acido piruvico e quindi acido
lattico)
In linea teorica (perchè in realtà tutti i 3 processi
intervengono sempre contemporaneamente sia pure come si è visto
con modalità differenti) Il totale del lavoro che un'atleta riesce
a fare utilizzando il solo processo lattacido di chiama CAPACITA' LATTACIDA
il massimo dell'energia prodotta è la POTENZA LATTACIDA, LA POTENZA
AEROBICA è la quantità di ossigeno consumato nell'unità
di tempo mentre la POTENZA ALATTACIDA è l'energia che si sprigiona
negli sforzi massimali di breve durata (in tutti gli sport di potenza
e nei gesti "esplosivi")
Tutti questi meccanismi devono essere allenati in modo specifico, in
relazione ovviamente al tipo di sport e di specialità che si
vuole allenare: ad esempio è evidente che un pesista o un velocista
breve cercheranno di sviluppare i processi in dosi diverse rispetto
a quelli di un maratoneta o di un ciclista.
Alessandro
Coppola - allenatore
|